Pio Santini 1908-1986

(1908-1986)

La maniera di Pio Santini - [21/08/05 by piosantini]

Di ANNE BRANDEBOURG, critica d'arte
Accompagnato da un movimento generale di riscoperta dei grandi artisti figurativi che hanno segnato il secolo scorso, il museo degli Anni '30 espone e rivela la qualità e personalità dell'opera di Pio Santini la cui arte é rimasta fino ad oggi nelle quinte delle storia.

IL PITTORE DI FRONTE ALLA STORIA
A distanza dalla avanguardie dell'arte contemporanea, Pio Santini (1908-1986) ha sviluppato con costanza un'opera personale di grande coerenza formale. é l'artista di due epoche, quella degli inizi della carriera, gli anni trenta e quella della rinascita, gli anni sessanta, in cui l'artista può di nuovo darsi alla pittura, corpo ed anima.
Tra i due periodi, la Seconda Guerra mondiale avrà colpito in pieno lo slancio pittorico di Pio Santini. Eppure tutto si annunciava sotto i migliori auspici per il giovane pittore la cui determinazione a consacrarsi alla pittura si legge chiaramente nell'"Autoritratto", 1928, che ha l'aria di un manifesto.
Gli anni trenta, dopo le rivoluzioni successive del cubismo, dell'astrazione e del surrealismo, avevano riabilitato l'arte figurativa ed il " carnale " affermando un'estetica della vitalià a cui l'arte di Pio Santini non era estranea. La mano dello scultore che egli fu brevemente in gioventù, col Busto del Conte Colonna, 1929, si ritrova in pittura nelle proporzioni e volumi dei corpi.
 
I suoi nudi femminili sono segnati da una vitalià edonista il cui tocco movimentato esalta la sensualità, "Nudo con la treccia",

"Nudo disteso". Se i temi scelti sono classici e l'approccio deliberatamente figurativo, il tocco movimentato di Santini, il gusto ardito ma sicuro dei colori, trasfigurano la sua iconografia. Pio Santini eviterà tutti i tranelli del "ritorno all'ordine" rappresentato dal movimento neoclassico, la pompa, l'enfasi, l'ideologia totalitaria … In questo periodo, il pittore é già se stesso, pienamente e serenamente.

Dopo il 1945, il gusto dominante é cambiato e la legittimità della figurazione naturalista é fortemente messa in dubbio. Il linguaggio trionfante degli anni sessanta é soprattutto quello dell'orbita della Pop Art, all'opposto dell'universo pittorico di Santini. La modernità, in rottura ciclica con la tradizione, si vuole allora sinonimo di progresso e di provocazione, tutte nozioni che nutrono l'ideologia intransigente delle avanguardie. Santini invece s'iscrive senza alcun dubbio, con coraggio e modestia, in quella tradizione figurativa allora tanto denigrata e a cui crede. Il questo periodo agitato il pittore comincia ad esporre a Parigi, Roma, Milano. Le gallerie della capitale gli aprono poco a poco le porte, la notorietà si precisa grazie ai grandi premi che il pittore riceve in occasione dei Salon ufficiali parigini, fra cui il prestigioso gran premio del "Salon des Artistes français" (1970). Per essersi iscritta con eleganza nella grande tradizione figurativa classica, in un periodo in cui non era più di moda, l'opera di Pio Santini é oggi ancora sconosciuta dal grande pubblico. 

LA VITA SILENZIOSA
I grandi temi preferiti da Santini si ricollegano alle categorie semplici e tradizionali della figura isolata, della natura morta, del paesaggio … Ciò che li rinnova, é la maniera di Santini, una visione diretta ed intima, un approccio intenso e grave che porta il segno di una riflessione sul mistero dell'essere umano e la vita silenziosa degli oggetti. Più che esprimersi, il pittore cerca di esprimere il mondo; é la confessione della bellezza che l'artista ha scorto in

" Natura morta con boccale ", " Giochi di bambini "

"Fabien", "Marina",

" Quatuor ",

" Ragazza sull'altalena " ... I quadri di Pio Santini contengono tutti la stessa intensità, la stessa attenzione piena di rispetto verso il motivo, anche il più modesto,

" La teiera inglese ",

" Peonie ", " Natura morta con opaline "... La materia, bella, sensuale, il tocco molto presente, sono fondamentali nella potenza della pittura di Pio Santini, come i colori forti e contrastati che producono un suono giusto,

" Il Contrabbassista " e in un clima di grande nobiltà, " I miei genitori". La tavolozza del pittore sa addolcirsi e diventa limpida per servire meglio una luce bionda in cui il tempo felice si blocca, 

" La barca di famiglia ", ricordo d'infanzia. O ancora il quadro fratello di quelli di Monet a Giverny,

che rappresenta un'altra barca che scivola idealmente nella luce.

I ricordi che affondano in Italia, le passeggiate a Villa d'Este, vicina alla grande casa di famiglia nella Cittadella, sono descritti delicatamente con la limpidezza di una luce calda e rosa che bagna il paesaggio di Tivoli. Dopo Le Lorrain e Corot, Santini esprime a sua volta la pienezza di questa Italia in un equilibrio tra nitore di stile e luce solare che danno al quadro  senso spaziale e grandezza. Poi sono delle istantanee in pittura. Come rubando delle immagini, il pittore coglie con tocco coinciso e nervoso quella di una famiglia nel quadro "Frèjus" o

"Ombrellone giallo", stranamente centrato sulla tela, inchiodato all'orizzonte in un realismo impassibile. Con tale capacità a fissare le sue sensazioni in un'economia e giustezza rare, Santini pare infondere alle cose una vita propria.

LA COMMEDIA DELL'ARTE
" Pio Santini. Un pittore che ha il senso del fantastico. Così raro!", scrive Colette. I quadri più caratteristici di Santini per teatro uno spazio chiuso, definito (atelier, scena, fossa d'orchestra, pista da circo ...), attraversato da personaggi, "Catherinette", che sembra affiggere uno stupore solenne e buffo, "Il carnevale di Roma" o altri ancora si situano in uno spazio veridico, quello di una camera in cui una presenza reale, come in suspens, traccia un cerchio incantato nella luce, "Antonello". L'universo di Pio Santini é anche quello dei bambini con la palla,

il pagliaccio e la cavallerizza, fratelli umani dei poeti il cui nomadismo ha dato senso alla vita, "La fine del viaggio". Profondamente attaccato alle sue radici taliane e a questa cultura in simbiosi col teatro, l'opera, l'arte della parola, la musica delle parole e dei colori, Pio Santini ritrova in pittura lo spirito di quella forma teatrale che é la commedia dell'arte, un'arte esistita solo sulla scena. Il pittore vi pone coloro che ama, genitori, figli ... e crea un teatro intimo, prossimo all'universo degli attori. Così, Pio Santini rappresenta i tre figli,

" I tre figli " insieme, come fieri saltimbanchi alla parata , l'aria arrogante sotto un copricapo improvvisato. Uno straniamento che li singolarizza e li iscrive nello spazio-tempo. Santini mette in scena "la sua" commedia italiana dagli accenti singolari, dalle tonalità drammatiche, dai particolari insoliti o derisori, frammenti poetici sparsi delle arti dello spettacolo che capta la sua osservazione sensibile. La forza dei quadri sta in quello che essi suggeriscono,

"I miei genitori", "L'adolescente che declama", "Il palco" (copertina), "Arlecchino coi guanti", "Il tramonto"

... e i ballerini spagnoli nel movimento ondeggiante e fiero del flamenco.

" Un grande pittore é colui che trova dei segni personali e e duraturi per esprimere plasticamente l'oggetto della sua visione ", scrive Matisse. Pio Santini ha trovato i suoi. Dotato di un senso raffinato per riunire i colori vivi, il pittore ha costruito la sua opera come una fastuosa maschera di Arlecchino che i suoi quadri sinfonici ostentano nella luce. Poi, nasce l'emozione da questa profonda suspens, grave, in cui il pittore lascia gli oggetto ed i personaggi - "un arresto della vita in seno alla vita" - a cui Goethe riconosceva il segno della bellezza.

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