Pio Santini 1908-1986

(1908-1986)

Premio TIBURTINO 1979 - [01/01/79 by piosantini]

Dobbiamo dare atto ai creatori del premio tiburtino dell'anno non di avere avuto un'idea in sè e per sè buona ma almeno di aver raggiunto qualche buon risultato. Nel caso specifico, come nei precedenti, quello di far tornare e soggiornare a Tivoli persone i cui nomi sono entrati nell'ideale prontuario delle glorie civiche. E diciamo prontuario proprio perchè, in effetti, i loro nomi vengono citati a mente e d'acchitto ogni volta che ci serve vantare qualche merito in qualche campo.
Certo un giorno occorrerà fare i conti con questa ricorrente appropriazione di meriti altrui, con le lodi a posteriori per chi é "arrivato" e la completa dimenticanza di quelli che ancora, stando qui, devono "partire". Ma tutto questo non può guastare il piacere di conoscere o ritrovare chi ha significato e significa qualcosa per la nostra cultura; chi, anche a distanza, si é mosso e continua a muoversi nella stessa direzione a cui tendono le nostre migliori aspettative; chi, insomma, ha fatto in proprio le stesse cose che molti di noi hanno desiderato o stanno tentando di fare.

E' questa omologia, e non un dato anagrafico, che dàcontenuto agli incontri annuali, ultimo e recente quello con Pio Santini. Il modo migliore di apprezzare un artista é quello di divulgarne l'opera. Così non si é fatto (e probabilmente sarebbe stato assai difficile fare) per festeggiare Pio Santini. Tuttavia, per chi lo conosce, i meriti sono evidenti. Per gli altri può servire una constatazione.

C'é un dato di base, comune e persistente, in tutti quelli che, anche qui ed oggi, fanno arte in modo convinto. E' il criterio della professionalità. Non dell'arte come attività remunerativa o come specifica abilità tecnica. In qualunque settore ed orientamento di ricerca l'esigenza della cosa ben fatta viene prima di ogni altra, con un rigore e una coerenza che non mutano, e forse crescono, pur passando dal figurativo al concettuale.

Per chi agisce in tal senso Pio Santini é un maestro. L'ordine formale e concettuale dell'opera, il controllo della materia che il pittore realizza per necessità, si mostrano, nel suo come in ogni altro caso di corretta impostazione, non quale valore finale o fattore di valutazione ma -- più utilmente - quale elemento portante del discorso, condizione essenziale perchè l'opera corrisponda al progetto mentale e ne segua in ogni istante lo svolgimento.

Diceva qualche sera fa Santini, parlando dei suoi più recenti lavori: " Ormai faccio poco, sto diventando difficile con me stesso, sempre più esigente ".

_ Crediamo sia una conferma al discorso appena accennato. Anni e anni daccapo a cercare la sintesi congeniale alla propria visione del mondo, come un filosofo che riveda in continuazione il proprio assioma, come il matematico che voglia dare nella formula l'immagine dell'universo. Come l'uomo, nella sua vita privata, che voglia stabilire a fondo, toccandoli con mano e rimettendoli continuamente in discussione, i suoi rapporti con la vita.

Senza. questa creazione sociale di modelli e identità, non sapremmo che farcene dell'artista. Potremmo benissimo starcene a guardare, a puro fine estetico, albe, tramonti, fiori e pattumiere. Secondo i gusti.



Valter D'Amario

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